venerdì 6 gennaio 2017

(2016) SI SLITTA.








Mai come per l'anno appena trascorso si può parlare di cambiamento.
Ogni cosa nella mia vita è stata stravolta.
E la prima a essere ''slittata'' sono proprio io.
Ho visto volare sopra di me questo anno e ho sentito sulla pelle tutte quante queste emozioni.
L'inizio col botto al concerto di Jova.
Il diciottesimo compleanno (finalmente) della mia amica Aurora.
L'emozione del Craft your Party a Bologna con Elena e la nostra amicizia che è diventata sempre più solida.
Le mille feste con gli amici.
Fare da madrina a mio fratello e vederlo crescere sotto i miei occhi.
Il mio 20esimo compleanno e il non essere più teenager.
Le mie amiche.
Il demone maturità, temuto e affrontato.
I capelli, che ormai erano diventati chilometrici, tagliati dopo anni.
Gardaland.
L'inizio dell'università e la nuova vita.
Pavia.
Le nuove amicizie.
La nuova me stessa.
I nuovi respiri.
Il destino e i mille sbagli.
La fine a Roma, città della mia anima.

Mi sono accorta che non ho molte foto per descrivere quest'anno.
Sono stata troppo impegnata a viverlo (e a scriverlo su carta, probabilmente).
E non me ne pento.
Ho ogni momento stampato nella testa.
Come se l'avessi vissuto ieri.
E probabilmente non sono più chi sono stata.
Ed è giusto che così sia.



GENNAIO





FEBBRAIO



 APRILE








MAGGIO



GIUGNO




LUGLIO



AGOSTO

OTTOBRE



NOVEMBRE




DICEMBRE













Probabilmente
non sei più chi sei stata

ed è giusto che cosí sia.

Hai raschiato a dovere la carta a vetro

e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico più grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei templi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta. 

EUGENIO MONTALE
Gli uomini che si voltano



Nessun commento:

Posta un commento