martedì 22 marzo 2016

'' È questa la vita che sognavo da bambino?''




Sono stata in silenzio tutto il giorno.
Forse per scelta, forse per rispetto, forse per paura.
Forse perché mi hanno insegnato che prima di parlare bisogna riflettere e pensare a cosa dire.

Sono le 21 e qualcosa. E io non lo so cosa devo dire.
Non ci ho pensato, o meglio, ci ho provato, ma non sono riuscita a trovare qualcosa di adatto o ''giusto''.
Come è possibile trovare qualcosa da dire davanti a tanta disumanità? 
Davanti all'ennesimo atto di violazione di diritto alla vita?
Com'è possibile esprimere ciò che veramente si pensa se ormai essere liberi è diventato solo un paradosso?

Sto scrivendo per me, e forse anche per Elena.
Elena che condivide con me queste sensazioni e come me cerca di coltivare sempre le cose belle e vere, ma dentro piange e soffre.
Sto scrivendo parole di bellezza anche per lei, in formato digitale forse perché sono convinta che arrivando a tutto il mondo, possano cambiare qualcosa.
Possano toccare l'anima
L'essenza.
Il lato umano.
Un lato umano in cui io non smetto di credere perché mi sembra impossibile immaginare che possa esserci tanta crudeltà in un mondo in cui alla fine ognuno di noi è fatto delle stesse identiche cose.
Hai le costole e in mezzo alle costole che cosa c'è?
Hai le vene e dentro alle vene che cosa c'è?
Hai le vertebre e dentro alle vertebre che cosa c'è?
Hai i polmoni e dentro ai polmoni che cosa c'è?
Hai le nuvole sotto alle nuvole che cosa c'è?
Hai le scatole e dentro alle scatole che cosa c'è?
Hai le regole e oltre alle regole che cosa c'è?
Hai dei limiti e oltre ai miei limiti che cosa c'è?
Che cosa c'è?
Che cosa resta?
Che senso ha la bellezza?
Cosa posso fare io?

Mi ritrovo immersa in mille domande che non possono avere risposta, in un senso di disperazione assoluta che mi fa desiderare di essere morta, di non esistere.
Perché nel mio piccolo non posso fare niente.
Non ho nessun potere.
Posso solo limitarmi a trasformare in un bel posto questa stanza.
In questa stanza in cui ci sono io, in cui ci sono le mie cose, le mie parole le mie idee.
In questa stanza in cui 15 anni fa, mentre guardavo la Melevisione, improvvisamente mi sono ritrovata davanti quello che restava delle Torri Gemelle, e forse ho iniziato a capire che il mondo non era bello come me l'avevano descritto.
In questa stanza in cui ho seguite per ore i telegiornali con le notizie dell'attentato a Parigi e ho scritto una poesia che non ho più avuto il coraggio di rileggere, tanta era la rabbia espressa in quelle righe.
In questa stanza in cui cerco di dar vita a un equilibrio tutto mio, che viene stravolto appena esco dalle mie quattro mura.
NON È QUESTA LA VITA CHE SOGNAVO DA BAMBINA.






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